Tu sei Pietro.
“Permetto a Dio di volermi bene?
La cosa più importante è lasciare che sia Lui a cercarmi, a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza. Il Signore ci ripete: «Non temete». Come hanno detto gli angeli ai pastori: «Non temete».
E anch’io ripeto a tutti voi: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia: il nostro Padre ci perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen.”
Papa Francesco
Cari amici sono stato in dubbio su cosa e come scrivervi in questa settimana così fortemente segnata dalla Pasqua di Gesù ed alla Pasqua di Papa Francesco.
Siamo tornati mercoledì sera con i ragazzi delle medie che hanno vissuto, in prima persona, una pagina storica della loro vita pregando davanti al Papa deposto nella basilica di San Pietro e stiamo per partire con un gruppo di parrocchiani per il suo funerale.
Tante parole si usano in questi giorni. Che cosa aggiungere? Ognuno di noi ha, sicuramente, qualche ricordo particolare del S. Padre: parole, frasi, ma, soprattutto, credo, gesti e modi di fare.
Mi sono allora ricordato del cartoncino che vi ho consegnato nel mio primo Natale passato con voi nel 2019 per la benedizione natalizia: Papa Francesco che bacia un bimbo
Mi pare che questo gesto sia da mettere bene in mente: nessuno di noi è così grande di potercela fare da solo: tutti, anche se siamo “grandi” per età o per altri motivi, rimaniamo “piccoli”.
L’uomo, nella sua essenza, rimane per tutta la vita, fino alla morte, un figlio e tutti abbiamo bisogno di un Padre.
Nessuno, neppure il più forte è “Padreterno”, ma tutti, abbiamo bisogno di essere, al sicuro, tra le braccia di qualcuno che ci salva.
Raccogliamo allora, l’invito che il Papa rivolgeva ai “piccoli” e ai “grandi” della terra di rimanere figli e di rimettersi, ogni sera, nelle braccia di Dio, l’unico potente della storia.
Papa Francesco non ha mai smesso di mettere il mondo nelle mani di Dio e di rimettere Dio nel mondo e nella concretezza di oggi.
Il Vangelo lo si predica, ma, soprattutto, lo si concretizza, giorno dopo giorno, con le scelte quotidiane piccole e grandi come ha fatto questo uomo diventato Papa, ma rimasto cristiano e umano.
Starà a noi, oltre l'ammirazione e la tristezza di questi giorni, raccogliere, con decisione e fermezza, i suoi insegnamenti e concretizzarli nelle nostre scelte.
Papa Francesco è stato sempre sincero, deciso e coraggioso, dicendo la verità a tutti; ora siamo noi, cristiani di questo tempo, a decidere di raccogliere gli insegnamenti, gli esempi e il testimone perché il mondo di pace, il mondo di bene e il mondo di speranza di cui ha sempre parlato il Papa, sia favorito dalle nostre scelte oltre che dalla Grazia del buon Dio che non abbandona mai le sue creature.
In questi dodici anni abbiamo potuto raccogliere tanta luce, tanto bene e tanta saggezza.
Ringraziamo di poter essere parte di questa Chiesa che non si stanca di annunciare e di portare il Vangelo sino ai confini del mondo (e a volte, i confini, siamo proprio noi!)
Ora, dopo il tempo del ricordo, arriva il tempo dell'impegno e della responsabilità.
Vi suggerisco, in questi giorni, non solo di ricordare qualcosa che ha detto il Papa, ma di capire che cosa avrebbe detto a voi, personalmente!
Ringraziamo il Signore di averci donato come guida e compagno di cammino Papa Francesco che affidiamo, in questi giorni ancora pasquali, alla Divina Misericordia.