Una comunità che ritrova sé stessa

Stiamo vivendo le “Quarantore”.

Una parola che, per gli anziani, evoca un tempo solenne, unico, da mettere quasi sullo stesso piano di Natale e Pasqua. Natale, Pasqua e Quarantore. I tre grandi momenti della fede cristiana celebrata, confessata e vissuta profondamente.

Ora diciamo “Giornate eucaristiche”. La dizione poco importa.

Ciò che conta è il gesto, la decisione.

Potremmo fare a meno delle Quarantore. (tante, tantissime parrocchie non le “fanno” più).

Ma non potremmo fare a meno di radunarci attorno al Signore presente nell’Eucarestia per adorarlo, per riceverlo, per poi ripartire.

“Viviamo di una vita ricevuta” ci ripete l’Arcivescovo, quasi come una sintesi facile che possa aiutarci nella nostra fretta.

Non viviamo da noi stessi.

Viviamo perché qualcuno ci ha dato e ci dà la vita.

Viviamo grazie a Lui, perché senza di Lui non possiamo fare nulla.

Che cosa è rimasto a Carugo e ad Arosio dopo 1500/1600 anni di presenza del cristianesimo? (se è vero che i primi battezzati delle nostre zone sono da collocare nel V sec. d.C. circa!)

Potremmo interpellare storici e leggere libri.

Tante cose sono rimaste, ma pensate quante altre ne sono scomparse e di quante non abbiamo neppure conoscenza perché nessuno le ha più ricordate!

Però è rimasto un prodigio: dopo 1600 anni, a Carugo e ad Arosio è rimasta intatta l’Eucarestia e la fede.

Potremmo dire: la Messa e il cristianesimo vissuto sono rimasti “intatti”, ci sono ancora!

Questo, mi piacerebbe, fosse la cosa che rimanesse anche dopo di noi e grazie alla nostra decisione di non far mancare, a noi e ai nostri figli, il nutrimento di Dio!

Può un genitore non nutrire i suoi figli? Può una famiglia non provvedere al cibo necessario?

È impensabile.

Non possiamo neppure pensare di far rimanere qualcuno senza nutrimento e senza cure, ma non dimentichiamoci dell’anima! Anche l’anima ha la sua “fame” spirituale.

Tutti abbiamo fame di Dio!

Teniamoci “strette” tante cose giuste e belle, ma non lasciamoci assolutamente sfuggire l’Eucarestia, la Messa e la fede cristiana che diventa, da subito, carità e speranza.

Abbiamo un Tesoro. 

È di Dio, anzi è Dio.

E Lui ha voluto che fosse posto nelle nostre mani.

Signore Gesù, noi ti adoriamo, ti desideriamo, ti accogliamo. Viviamo di Te.
Anche Arosio e Carugo ti custodiscono con amore 
e ti riconoscono come l’inizio, la via e la meta di tutto


don Paolo