Chi essere e che cosa fare in questi giorni?

Siamo arrivati all’ultima settimana di Avvento, ormai alle porte del Natale. Sono giorni molto intensi per tanti di noi: tutto deve essere pronto, nelle ditte mi dicono che “tutti vogliono tutto pronto” e che sembra che a Natale “si ferma il mondo”,  il perfezionismo ci assale e “miete vittime” ovunque (a casa, nei negozi, in cucina, per i regali), gli inviti familiari possono diventare un vero e proprio problema, si deve correre per tutto, il traffico sulla Novedratese e lungo le altre strade dei nostri paesi è impossibile, anche le parrucchiere sono già sotto pressione, i ristoranti, le liste della spesa, quelli che consegnano i pacchi …il nervosismo della gente è alle stelle  … e potremmo continuare. 


Ma si può vivere così?

Ma è giusto vivere così questi giorni così intensi, così unici, così santi!


Che cosa portiamo in giro in questi giorni?

Che cosa seminiamo?

Che cosa fare e chi essere come credenti e amici di Gesù Cristo?


Non ci è chiesto di inventare nulla, ma di attingere alla Fonte ciò che veramente è necessario non per avere tutto pronto, ma per essere pronti! (che è ben diverso!) 


E allora arriva la Novena di Natale che ha il potere di mettere in noi l’arte della trepidazione.

La trepidazione: vi proporrei proprio questo.

Non la fretta, non l’ansia, ma la trepidazione, una particolare disposizione del cuore che hanno vissuto Maria, Giuseppe nella loro attesa di Gesù, che hanno vissuto i profeti raccogliendo i segni del Messia che stava per venire, che hanno vissuto i pastori, i Magi… persino Erode.

La Novena ci dirà che persino la natura pare trepidare in attesa del Salvatore e ci fa pregar proprio così:

O cieli, stillate rugiada,
e le nubi facciano piovere il giusto;
si apra la terra, e faccia germogliare il Salvatore.


Trepidare. È forse questo l’atteggiamento che più ci aiuterà in questi giorni: affrettarsi, non per l’ansia, ma per la gioia pura di quello che il Signore ci sta preparando. 

Buona Novena di Natale.

don Paolo