La disarmante concretezza di Dio

«Bambini, che dono fareste voi a Gesù?»
Ho fatto questa domanda sia alla Scuola d’Infanzia di Carugo che a quella di Arosio. Stesse le risposte: “…un abbraccio, un bacio, la gentilezza, l’amore, l’amicizia, ….”
La faccio anche a voi: «Voi “grandi” che regalo potreste fare a Gesù?»


Ve ne suggerirei uno: la concretezza della fede. Mi piacerebbe regalassimo a Gesù una fede “con i piedi per terra”, un po’ come quella dei pastori.

A volte, l’impressione, è che ci stiamo “allontanando”, cioè, stiamo andando lontano da ciò che ci è stato dato una volta per sempre e che non cambierà: Gesù, in particolare Gesù Unico e necessario Salvatore del mondo.

Mi pare che, a volte, vaghiamo alla ricerca di qualcosa che riempia la nostra vita, che dia gioia, che consoli, che ci sostenga che aiuti, che illumini, ….: cerchiamo soluzioni e rimedi.

Ma Dio ci offre ben di più: Dio ci dona salvezza. 

Elemosiniamo soluzioni ai nostri problemi, ma stiamo lontani da Colui che è l’unica e vera risposta.

Mi permetto di dirlo, spezzando un po’ l’incanto del Natale (ma è meglio essere dis-incantati su certe questioni importanti): forse, siamo molto in difficoltà (a tutti i livelli e in tutte le categorie), perché stiamo perdendo Dio e, più in particolare, Dio presente in Gesù Cristo che è Salvezza.

Salvezza intesa come “salus”, cioè, salute dell’anima e del corpo, della dimensione umana e di quella morale e spirituale della nostra vita.


Il Natale di Gesù, cioè la sua Incarnazione, ci chiede di tornare ad essere concreti, molto concreti, di una concretezza disarmante per evitare di essere cristiani un po’ per caso, un po’ per tradizione, un po’ per quello che si dice o si deduce personalmente.

Il Cristianesimo è Gesù Cristo e l’incontro con Lui. 

Il Cristianesimo è credere alla Grazia di Dio che ci raggiunge non come diciamo noi, ma come ha voluto Lui: con i sacramenti, con la Messa, con la Confessione (compresa quella di Natale), con il Vangelo, con la Carità.


La mia impressione è che, invece, stiamo scegliendo un cristianesimo un po’ “autogestito”, una specie di fai-da-te. La fede cristiana è quella che riceviamo, da venti secoli, dall’unica vicenda che conta che è quella di Gesù di Nazaret.


Perché, tante volte, Dio è così lontano, è così estraneo? Perché è così mal-sopportato, è così tenuto “alla larga” o relegato a Natele e Pasqua?

Forse ci siamo dimenticati del concretezza di un Dio che ha deciso e decide di essere così, come vuole Lui e non come vogliamo noi.


La mia impressione è che il nostro cristianesimo è tante cose, ma poco Gesù!

E così a volte rischia di essere muto, un po’ noioso, un po’ scontato, un po’ strano, ….

A noi serve Cristo. Noi abbiamo bisogno di Gesù.

Il nostro cuore lo cerca, lo rivendica come completamento e come compimento della vita.


Forse cerchiamo Gesù da tutt’altra parte, e invece, 

Dio è a Betlemme, 

Dio è in una mangiatoia, 

Dio è tra le braccia di una mamma, 

Dio sta sulla Croce, 

Dio è in una Messa e in una Confessione, 

Dio è in un perdono dato e concesso, 

Dio è in un atto di carità, 

Dio è in gesto di adorazione, 

Dio è nella serietà e nella gioia dell’Incarnazione.


Ma Gesù Bambino esiste?

Pensavamo fosse una domanda da bambini.

E invece, è la domanda seria per noi adulti!

In ogni bambino, in ogni nostro figlio, riposa la serietà di Dio. 

Impariamo da loro

Gesù è nella tua vita e nel tuo cuore?


Che sia un Natale vero, buono, santo e cristiano.

Gesù Bambino vi benedica. 

Nel calice della Messa ci sarete tutti.


don Paolo