Avvento 2025

Il Vangelo che ascolteremo in questa domenica dirà proprio così:

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».  (cfr Lc 3,1-18)


Cari amici,

ci addentriamo in questa seconda settimana di Avvento con questa bella certezza: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.  Mia moglie, mio marito, i miei figli, i miei parrocchiani, i miei amici, i mei nipoti … : tutti avranno la possibilità di raccogliere  la bellezza, la gioia, la forza che viene dal nostro Dio.


È consolante e rassicurante sapere che ci sarà un momento di autentico incontro di ogni uomo con Dio. È la certezza che anima ed entusiasma la comunità dei credenti che non si stancano di accendere luci, di favorire speranza, di costruire carità, di tessere unità e amicizia.


Papa Leone, ad Assisi, in questa settimana, concludendo l’Assemblea dei Vescovi italiani ha rinnovato un appello chiarissimo:

Guardare a Gesù è la prima cosa a cui anche noi siamo chiamati. La ragione del nostro essere qui, infatti, è la fede in Lui, crocifisso e risorto. In questo tempo abbiamo più che mai bisogno «di porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede. E questo vale prima di tutto per noi: ripartire dall’atto di fede che ci fa riconoscere in Cristo il Salvatore e che si declina in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
Tenere lo sguardo sul Volto di Gesù ci rende capaci di guardare i volti dei fratelli. È il suo amore che ci spinge verso di loro (cfr 2Cor 5,14). E la fede in Lui, nostra pace (cfr Ef 2,14), ci chiede di offrire a tutti il dono della sua pace. Viviamo un tempo segnato da fratture, nei contesti nazionali e internazionali: si diffondono spesso messaggi e linguaggi intonati a ostilità e violenza; la corsa all’efficienza lascia indietro i più fragili; l’onnipotenza tecnologica comprime la libertà; la solitudine consuma la speranza, mentre numerose incertezze pesano come incognite sul nostro futuro. Eppure, la Parola e lo Spirito ci esortano ancora ad essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche nelle nostre comunità, dove, senza reticenze e timori, dobbiamo ascoltare e armonizzare le tensioni, sviluppando una cultura dell’incontro e diventando, così, profezia di pace per il mondo. 


Chi essere? Che cosa fare? Perché continuare ad essere cristiani, nonostante tutto?

MI pare che la missione che ci è affidata sia più che interessante, capace di accendere l’entusiasmo di tutti, grandi e piccoli:

  • Guardare a Gesù e vivere una relazione personale con Lui per scoprire la gioia del Vangelo
  • Guardare il volto dei fratelli e costruire bene e unità
  • Offrire a tutti il dono della pace


“essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche nelle nostre comunità, dove, senza reticenze e timori, dobbiamo ascoltare e armonizzare le tensioni, sviluppando una cultura dell’incontro”: non è forse urgente anche per Carugo e Arosio?

Buona seconda settimana di Avvento che vedrà anche l’inizio della Novena della Vergine Immacolata.


don Paolo