Avvento 2025
Cari amici,
tra tutti i tempi dell’anno liturgico, l’Avvento, mi sembra quello che possa essere più incisivo per ridare forza alla parte profonda della fede. Un tempo che ci incoraggia a guardare, con attenzione, all’anima e al destino della nostra vita.
Questo del 2025, è anche l’Avvento che ci aiuta a concludere l’Anno Santo della Speranza: portiamo con noi la grazia di tanti incontri e di tanti momenti vissuti personalmente o in gruppo. Ora, è il momento di ritornare alla concretezza della vita spirituale di ciascuno di noi. Mi ha molto colpito la riflessione che Papa Leone faceva domenica 19 ottobre mentre eravamo a Roma in Pellegrinaggio con la nostra Comunità:
La relazione con Dio è di somma importanza perché Egli ha creato dal nulla tutte le cose, all’inizio dei tempi, e salva dal nulla tutto ciò che nel tempo finisce. Una terra senza fede sarebbe popolata da figli che vivono senza Padre, cioè da creature senza salvezza.
(Papa Leone XIV, 19.10.25)
Anche ad Arosio e a Carugo, oltre a tante bellissime storie di fede autentica, trovo, sempre più frequentemente una “mancanza di relazione” con Dio.
Più di una volta mi sono già espresso in questi termini: abbiamo tante tradizioni ed espressioni religiose, abbiamo tanta “religione”, ma, spesse volte …. manca Gesù.
Qualcuno dice che, in Europa, ormai, c’è un cristianesimo senza Cristo.
Mi trovo abbastanza d’accordo con questa espressione. Forse comincia ad essere vero anche da noi!
Ma se questo è vero, che cosa succede?
Per quello che capisco, una fede senza Gesù, spesse volte, porta alla noia delle “solite cose” (la messa, la confessione, la preghiera, il catechismo dei bambini, l’ascolto della Parola di Dio …); altre volte, invece, porta a collocare Dio tra le vicende “abbastanza inutili” o “non utili” della vita o, addirittura, insignificante.
La fede, senza la conoscenza di Gesù, senza una seria relazione con Lui, senza un dialogo costante, privo di tempi a Lui dedicati, diventa un meccanismo: da una parte garantisce una certa “cornice” rassicurante (pensiamo ai riti, alle feste, alle tradizioni) e, dall’altra, invece, diventa una “parvenza”, qualcosa di inconsistente, proprio perché non c’è più l’Interlocutore.
L’ipotesi di “perdere Dio” è già, per tanti, un fatto e, per altri, una possibilità concretissima.
Questa è la concretezza, ma non vogliamo fermarci a questa amara conclusione.
Se è verosimile poter PERDERE DIO, è ancor più sicuro poter RITROVARE DIO.
Vi propongo allora, per l’Avvento che viene, qualche Esercizio comunitario e personale per “ritrovare Gesù” o per non perderlo:
1. UNA CONSOLANTE CERTEZZA.
Dio desidera la nostra anima, desidera incontraci, vuole essere unito alle sue creature.
2. UN VOLTO DA RITROVARE.
È importante ritrovare la persona di Gesù, conoscerlo, sostare, anche brevemente, pensando a Lui. Suggerisco di trovare il Volto di Cristo che più vi piace, di stamparlo e di tenerlo come “icona” da guardare per facilitare la preghiera personale; suggerisco il calendario quotidiano con una frase del Vangelo: è piccola cosa, ma significativa.
3. I “SANTI SEGNI” DA RECUPERARE.
Gesù ha scelto la via dell’incarnazione e della mediazione, cioè, ha deciso di farsi trovare attraverso i segni che Lui ha voluto: i Sacramenti, la Parola, la Chiesa.
Nessuno sforzo personale, anche il più nobile potrà sostituire questi “mezzi” che Lui ha scelto per incontrarci.
Troviamo, allora, il coraggio di ritornare a celebrare i sacramenti, soprattutto la Confessione e l’Eucarestia. Andare a Messa o Confessarsi, non sempre, sono gesti legati a un bisogno (a volte non sentiamo il bisogno di andare a Messa o di Confessarci).
Sono un atto di umiltà: sappiamo che viviamo di una “vita ricevuta”, che noi non ci diamo nulla da noi stessi, che riceviamo tutto e siamo legati a questo Tutto che ci sostiene. A parte qualche momento più o meno prolungato, presto, ci rendiamo conto che “senza di Lui non possiamo fare nulla!”.
4. TRASMETTERE PER NON PERDERE.
Nella Chiesa tutti siamo protagonisti grazie al Battesimo. Vorrei invitare ognuno a riappropriarsi di questo protagonismo, in particolare i genitori chiamati a trasmettere la fede e a custodire la presenza di Dio nelle nostre famiglie.
Come fare? Non è difficile. Per esempio, vi suggerisco il segno della Croce (almeno) prima dei pasti: è una brevissima sosta che però ha il potere di “elevare” l’anima a Dio, facendoci ritrovare il Creatore per poter essere migliori creature.
Oppure può essere la preghiera dell’Angelus il mattino o il mezzogiorno o la sera: ci ricorda la concretezza di Dio che si fa uomo per raggiungerci e salvarci.
Ritrovare Dio. Mi pare questa la grande possibilità che tutti abbiamo, superando le inerzie, le pigrizie, i luoghi comuni, le paure o le rigidità che, a volte, ci caratterizzano.
Il Signore desidera incontrare Arosio e Carugo.
E penso che gli Arosiani e i Carughesi, desiderano che Dio sia ancora presente e protagonista della loro storia personale e di comunità.
C’è però bisogno di un sussulto di consapevolezza, di buona volontà e di sano “orgoglio” personale per non perdere le ricchezze “di famiglia”.
Vi invito a “sfruttare” qualcuno dei suggerimenti che troverete qui di seguito e che la nostra Comunità propone per ravvivare la presenza di Dio nella nostra vita.
Gesù ritorni ad essere l’Amico vivo e irrinunciabile di ciascuno di noi.
Vi lascio la preghiera che ho scritto per la visita alle vostre famiglie:
È Natale un’altra volta. In un tempo in cui è facile correre il rischio di perdere Dio, diciamo:
Signore, in questo tempo così delicato e complesso,
Tu rinnovi la tua presenza nel mondo e nella storia.
Stacci vicino e facci sentire la tua presenza.
Tu sei fedele, ma spesso, noi ti dimentichiamo, ti trascuriamo, ti “lasciamo perdere”.
Fa’ che non ci allontaniamo da Te.
Fa’ che non ci manchi l’umiltà di cercarti, di desiderarti, di metterti al primo posto.
Fa’ che ritorniamo alla preghiera, in particolare alla Messa
e aiutaci ad avere il coraggio di trasmettere la fede ai nostri figli.
Vogliamo fortemente accoglierti e ascoltarti. Aiutaci.
Tu ci sei necessario. Fa’ che ritorniamo a Te. Amen.
Buon Avvento e buon incontro con il Signore che torna.