L'originalità dei cristiani
È questo il titolo della Lettera pastorale dell’Arcivescovo Mario per l’anno pastorale 2025/26. Lascio a voi la lettura del testo integrale che potete facilmente reperire sul portale della Diocesi. Cito però il testo di Luca da cui è tratto il titolo:
Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. (Luca 22,24-30)
La proposta di Gesù non è mai “moralistica” e preoccupata del perfezionismo, ma mira sempre a promuovere la dignità e il valore dell’uomo così come è stato pensato da Dio.
E allora si pone una questione molto interessante: se i cristiani credono alla Grazia di Dio (che è il senso, tra l’altro di questo anno giubilare) e se hanno intuito che il Vangelo è veramente parola di verità per tutti: qual è la differenza che possono regalare a tutti gli altri? In che cosa si possono distinguere, non tanto per una questione estetica, ma per far brillare la loro individualità, la loro peculiarità?
L’Arcivescovo (credo facendo riferimento anche alla famosissima Lettera a Diogneto che vi consiglio), usa questa espressione: i cristiani sono originali. Vivono come tutti dentro la concretezza di questo mondo, non sono esenti da difetti e peccati, non sono preservati da fatiche e problemi, non sono dei privilegiati, non sono perfetti, ma custodiscono una certezza che poi cercano di esprimere nelle scelte e nel modo di vivere: la certezza che questo mondo è di Dio, è amato, guidato e salvato, va verso la Meta.
Di conseguenza, cercano di fare la loro parte, di collaborare al disegno di Dio, di affrettare il Regno di Dio, di testimoniarlo, indicarlo, desiderarlo. E vivono, ogni giorno, cercando la presenza di Dio che sostiene, ama, salva, illumina. I cristiani sono originali perché non si stancano di credere, di sperare, di amare e di farlo nel nome di Gesù.
Si distinguono per questa certezza che custodiscono nel cuore: c’è un Amore, c’è una Speranza, c’è Fede. E camminano, camminano, con pazienza e perseveranza, senza stancarsi, senza abbattersi di fronte alle avversità, senza risparmiarsi, contenti di dare al mondo uno spettacolo: quello del Vangelo.
E noi di Arosio e di Carugo come siamo?
Qual è la differenza che possiamo regalare perché questo mondo sia migliore?
Concludiamo oggi le Feste patronali, per poi aprire la Festa dell’Oratorio. Mi pare che il nostro “fare festa” sia giustificato non dal fatto che inseguiamo false allegrie o facili entusiasmi, ma dal fatto che vogliamo fare bene la nostra parte, vogliamo “fare differenza” per rendere più bello il nostro mondo e quello che i nostri ragazzi vivranno nei prossimi anni.
Sappiamo che contano i fatti, ma ancor di più, conta quello che abbiamo in cuore. Vi invito a curare l’anima, a nutrirla, a renderla piena di Dio.
Anche il mondo lo vedrà! Buona differenza cristiana!