Chi segue me non cammina nelle tenebre

La scorsa Notte di Pasqua le nostre chiese sono state percorse, all’inizio della solenne Veglia, da una processione in cui l’unica luce accesa era un piccolo lume che abbiamo attinto all’altare della Riposizione dove, dal Giovedì Santo, era custodita l’Eucarestia.

Il lume della Presenza di Dio in mezzo al suo popolo: una presenza fedele, sicura, definitiva che ha sfidato e vinto la notte.

Attingendo a questo lume, abbiamo poi acceso il Cero pasquale simbolo della fede che ci guida nel tempo e nella vita; in seguito, si sono accese anche le altre luci della chiesa e i lumi che avevamo fra le mani. Non una messinscena, ma un rito che ci ha fatto rivivere l’essenziale della nostra fede: siamo guidati dalla Luce. 

I cristiani, i credenti che hanno vissuto la Pasqua, sanno che, ormai, la vita è segnata da questa fedeltà di Dio che non si stanca di gettare Luce nella storia di ciascuno di noi, nel mondo, nella Chiesa.

Siamo guidati. Non siamo dispersi o errabondi: c’è una Guida capace di condurci per strade sicure verso la Meta.


Che Luce! Quanta Luce!

Penso ai ragazzi che riceveranno i Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima, penso ai genitori che chiedono il Battesimo per i propri bambini, penso ai ragazzi della Professione di Fede, penso a chi si sta per sposare, penso alle tante persone che pregano, penso a chi si fa vicino agli altri con delicatezza  per aiutare, sostenere, consolare, penso ai futuri animatori dell’Oratorio estivo…

Quanta Luce!

Ma anche quanta fatica perché rimanga accesa e possa trasmettersi.

E allora, credo, che tutti, con umiltà e coraggio, dobbiamo fare la nostra parte perché questa Luce sia apprezzata, custodita, trasmessa e amata.


Posso dire di vivere in una comunità in cui c’è ancora fede, carità, preghiera, ma, penso, sia importante vivere maggiormente da protagonisti la nostra scelta cristiana.

Questa Luce della Fede ci è affidata, non capita per caso, è fragile e va custodita, è rispettosa e va desiderata, è un dono e va valorizzato.

Mi pare che, ognuno di noi, sia chiamato ad avere questo coraggio, a superare la “delega”, a fare, con coraggio, la propria scelta. Papa Francesco, a proposito della fede, diceva: 


La fede è la virtù che fa il cristiano. Perché essere cristiani non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l’accompagnano, ma essere cristiano è accogliere e custodire un legame, un legame con Dio: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame è quello che ci fa cristiani.
Ecco, dunque, la grande nemica della fede: non è l’intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma il grande nemico della fede è la paura. Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana: un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in noi.
“Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio” è la domanda che si rivolge ai genitori quando intendono battezzare il proprio bambino. “La fede, il battesimo!”: è la risposta.
Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non annegherà nella paura. Ecco, il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, solo l’amore di Dio vince la morte.
(Papa Francesco, Udienza 1.5.24)


Mai come in questi giorni di assenza del Papa, ci rendiamo conto di quanto sia necessario avere un padre, una guida, un punto di riferimento.

Il nuovo Papa, sicuramente, nei prossimi giorni, sarà eletto dai Cardinali, ma a noi rimane l’onore e la responsabilità di custodire la Luce di Dio, il Padre di tutti, soprattutto per i nostri figli, per i nostri bambini e i nostri ragazzi.


Una preghiera alla Madonna in questo mese a Lei dedicato, per tutti voi perché siano sconfitte le paure e perché possiamo essere forti della Luce che, incessantemente, viene da Dio.

Maria, Madre del Buon Consiglio, Sede della Sapienza, ci benedica e accompagni la Chiesa in questi giorni di Conclave.

vostro don Paolo