Il primo pensiero del mattino
Se dovessi dire qual è la prima cosa da ricordare ogni mattino per partire bene, anzi, per essere vivi e vitali, direi: ricordiamoci della risurrezione di Cristo.
Proviamo a fare l’elenco delle cose che pensiamo appena svegli (sarebbe curioso poi parlarne!). Penso che, per tanti, in cima, ci sarebbero i problemi da affrontare, poi le cose che non vanno, le paure, le infinite complicazioni della vita di tutti i giorni, le scadenze, le arrabbiature, le “cose” irrisolte del giorno prima, …..
Mi pare che, il cristiano, ha la genialità (e il santo coraggio) di iniziare la giornata facendo memoria della risurrezione di Gesù e della sua promessa di essere il primo dei risorti, in attesa di coinvolgere tutti, compresi noi.
Pensate come cambierebbero le giornate se le iniziassimo così! Inizierebbero già “incastonate”, come perle preziose, nella vicenda di Gesù risorto che ha voluto e vuole coinvolgere anche noi in questa certezza di bene e di vita.
A volte, le nostre giornate e la nostra vita languono, cioè fanno fatica, si trascinano, sono spente, ….. eppure abbiamo tutto, eppure non ci manca niente, eppure le cose vanno, ma…..
È il segnale che il cuore cerca “altro”!
Il cuore invoca Cristo, il cuore chiede la Grazia, desidera essere nutrito di ciò che è suo: la speranza cristiana che, ormai lo sappiamo bene, nasce dalla Pasqua di Gesù!
L’arcivescovo Delpini, l’altro giorno, al Giubileo degli Universitari della Diocesi, faceva un ironico elenco di «cose da non fare.
«Primo: evita di dire che Gesù è risorto, perché la risurrezione è così estranea alla mentalità contemporanea che la gente pensa di essere destinata a finire nel nulla e preferisce vivere disperata. Evita, ti guarderebbero come un personaggio strano. Secondo: evita di suscitare entusiasmo con la speranza cristiana. La gioia, il canto, la danza disturbano la gente che preferisce lo scetticismo alla fede, la tristezza alla gioia, il malumore all’entusiasmo. Perciò non renderti antipatico facendo l’originale, esprimendo addirittura la gioia della verità, quando in università si ritiene che, per essere intelligenti, bisogna essere scettici, agnostici e tristi».
Non è forse tutto, tristemente vero? Se vogliamo essere “più vivi dentro”, proviamo a ripartire, ogni giorno, da ciò che può cambiare il mondo, cioè dalla certezza che Cristo ha vinto il male, la morte, il “mondo”, quel mondo triste e desolato che vorrebbe, ogni mattino, quando suonano le nostre “sveglie”, tramortirci e rattristarci. Noi, nonostante tutto, non smettiamo di cercare Gesù Risorto.
Ci crediamo! Buona settimana, nella certezza che la risurrezione di Gesù, se lo vogliamo, ci raggiunge e ci cambia!