Anno Santo e Settimana dell’Educazione.

Il Giubileo è un nuovo inizio, la possibilità per tutti di ripartire da Dio. Col Giubileo si incomincia una nuova vita, una nuova tappa.
La Speranza è una virtù teologale. E in latino virtus vuol dire “forza”. La speranza è  una forza che viene da Dio. La speranza non è un’abitudine o un tratto del carattere – che si ha o non si ha –, ma una forza da chiedere. Per questo ci facciamo pellegrini: veniamo a chiedere un dono, per ricominciare nel cammino della vita. Il Giubileo ci aiuta in questo: il desiderio di un nuovo inizio, il desiderio di ricominciare.
Sorelle e fratelli, questa è la parola: ricominciare. Mettiamoci questo in testa e diciamo tutti insieme: “ricominciare”. Non dimenticatevi di questo: ricominciare.
(Papa Francesco, Udienza 11 gennaio 2025)


Ricominciare. È questo il miracolo che ci vogliamo concedere all’inizio di questo Anno Santo ed anche in questa Settimana dell’educazione che iniziamo come comunità.

Il Giubileo, fin dall’antichità, nella tradizione giudaica, era indetto proprio per questo: dare a tutti la possibilità di ricominciare. Si azzeravano i debiti, si liberavano i prigionieri, si lasciavano riposare i campi, si ricomponevano le liti …..


Anche noi, proprio tutti, abbiamo questa esigenza di potere ripartire, almeno con il cuore e con la testa!

Forse non siamo prigionieri o debitori o sfruttatori, ma tutti siamo logorati dal tempo che passa, dalle vicende che ci mettono alla prova, dalle questioni che ci segnano, …..

E allora, poter ricominciare è una Grazia che ci possiamo concedere, in virtù della grandezza di Dio che è indulgente e non sta a misurare e a quantificare meriti o colpe!

Siamo umani e questa condizione è sufficiente per chiedere a Dio la sua “indulgenza”, cioè una grazia immeritata!


Abbiamo scelto per questa “Settimana dell’educazione” un tema che riprende questa idea del ripartire: l’errore riletto non come condanna, ma come possibilità di crescita e di superamento di una condizione che può, a volte, risultare come condanna.


Davanti a Dio nessuno è condannato dal proprio errore: si condanna il peccato, ma si salva il peccatore!

Abbiamo paura, e a volte vergogna, dei nostri errori, delle nostre fragilità e debolezze, ma non dobbiamo dimenticarci che il Padre nostro e di tutti, ci vuole vedere crescere, come ogni genitore desidera veder crescere i propri figli! Dio non ha altre pretese, se non questa! 


Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva (Ez 33)


Aiutiamoci a crescere, a non avere paura, neppure di “sfruttare” i nostri errori e difetti per potere progredire in quella crescita del cuore e della mente che ci permette di ricominciare, ogni giorno, a sperare, ad amare, a desiderare qualcosa di grande!

Buona Settimana dell’Educazione!

don Paolo