LA PAROLA DEL PARROCO

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Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l'unico Salvatore

Iniziamo a camminare con Papa Leone.

Don Paolo, riflettendo sull’inizio del pontificato di Papa Leone XIV, invita la comunità a ripartire con fede da Cristo, unico Salvatore. Ricorda l’eredità spirituale di Papa Francesco e sottolinea l’urgenza di riscoprire, conoscere e seguire Gesù nella vita quotidiana e comunitaria, nonostante le sfide del mondo contemporaneo.

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Benvenuto Papa Leone XIV

Tu sei Pietro.

Personalmente cerco di essere attento alle sue prime parole: solitamente sono quelle che, insieme a tante altre, rimangono nella nostra memoria, quasi come un richiamo sintetico che identifica una persona “nuova” che si presenta come nostro padre e pastore.

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Il nemico è la paura

Chi segue me non cammina nelle tenebre

Don Paolo riflette sul significato profondo della Veglia pasquale, dove la Luce, simbolo della presenza fedele di Dio, guida la comunità cristiana nella vita. Ricorda come questa Luce sia affidata a ciascuno di noi e vada custodita, trasmessa e vissuta con coraggio, superando la paura, vero nemico della fede.

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Grazie Padre Santo da Carugo e Arosio

Tu sei Pietro.

Mi sono allora ricordato del cartoncino che vi ho consegnato nel mio primo Natale passato con voi nel 2019 per la benedizione natalizia: Papa Francesco che bacia un bimbo

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Chi saremo? La convenienza dell'essere cristiani

Eredi con Lui del suo regno: cittadini del cielo e compagni degli angeli.

La Risurrezione di Gesù, non è solo un ritornare alla vita, ma una vita nuova, completamente inedita, diversa dalla prima. Una vita “risorta”, cioè una vita che, non solo ha sconfitto per sempre la morte, ma che porta in sé anche un nuovo modo di essere, un nuovo destino, una nuova dignità.

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Ave Crux, Spes Unica

Cristo non è venuto a spiegare le cose, ma a cambiare le persone

Entriamo in questa Santa Settimana carichi di umanità: carichi di vita, di domande, di dolori, di enigmi, di fatiche, di sofferenze. Ognuno di noi sa bene ciò che ha nel cuore.

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Lettera ai ragazzi sulla speranza

La speranza dei piccoli e dei grandi

Ognuno di noi, infatti, ogni mattino, ha bisogno di sentire la voglia di vivere e la speranza di esser felice e di star bene.

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La bellezza della Coerenza

Sperare è diventare coerenti

Il tempo passa velocissimo: si inseguono, inesorabilmente, giorni, appuntamenti, vicende, fatti belli e dolorosi, pagine difficili e momenti piacevoli.

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La speranza di essere capiti

Editoriale di don Paolo

È un grande bisogno ed una grande speranza: trovare qualcuno che sappia dirci la verità, al di là degli interessi e delle convenienze.

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In Cristo la nostra speranza

Passare e far passare da Cristo la nostra vita.

La forma di Cristo è, ancora oggi, quella che salva l’umano dal non senso, dalla banalità, dal destino cieco o meccanico del tempo che passa e ci introduce nella bellezza e nella gioia dell’uomo redento, cioè, segnato dal Redentore!

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La speranza del perdono

«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.

Già la prima pagina della Bibbia è segnata dal conflitto e dalla violenza di Caino contro Abele, passando, poi, attraverso l’impossibilità del mondo di Babele, arrivando alle violenze causate dalla fame del potere e dell’avere.

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La speranza di capirsi, ma solo cristo può dire la verità di te stesso

«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.

La proposta è di conoscerci maggiormente non guardandoci allo specchio, ma facendoci dire da Cristo chi siamo o chi potremmo essere.

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La speranza di essere ascoltati

«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.

Mi pare che, quello dell’ascolto, sia, effettivamente, un caso serio da cui dipende anche la bontà di tante decisioni, la crescita delle persone, il bene che si può fare o che, purtroppo, non si farà. Mi pare anche che, a volte, dimentichiamo le premesse e le conseguenze dell’ascolto.

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La speranza di guarire

«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.

In modo visibile o invisibile Dio guarisce: con la salute del corpo o con la salute dell’anima, con il coraggio, con la perseveranza, con la pazienza, con la consolazione, con la serenità di mettersi nelle sue mani, sempre e comunque.

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Sperare è offrirsi

L'Anno Santo e noi.

La festa della “Presentazione del Signore” che celebriamo in questo 2 febbraio ci suggerisce un’altra grande possibilità di speranza, quella che ritroviamo nella condizione in cui è vissuto Gesù a partire da quando era bambino e per tutta la sua esistenza: la condizione di qualcuno che ha fatto della sua vita un’offerta totale e definitiva.

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Sperare è fare famiglia

L'anno santo e noi

Signore benedici la grande famiglia di Arosio e di Carugo. Aiuta tutti, in particolare chi è triste, chi è provato, chi è solo! Ma nessuno è solo se ci sei Tu (ed anche noi con la nostra buona volontà!)

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Sperare è ricominciare

Anno Santo e Settimana dell’Educazione.

Aiutiamoci a crescere, a non avere paura, neppure di “sfruttare” i nostri errori e difetti per potere progredire in quella crescita del cuore e della mente che ci permette di ricominciare, ogni giorno, a sperare, ad amare, a desiderare qualcosa di grande!

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Credere è come vedere un po' meglio

La fortuna di essere cristiani

Questo rimanere di Gesù nelle acque del Giordano consente ai cieli di aprirsi e di rimanere aperti e noi viviamo proprio sotto questi cieli aperti. Da quel giorno al fiume Giordano, il cielo, ormai, è definitivamente aperto alla presenza di Dio e anche al nostro desiderio di incontrarlo. In Gesù, Dio ci viene incontro.

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La perfetta coincidenza

Tutto è vostro

Per noi è strano, ma, probabilmente per il modo di procedere di quel tempo era normalità. La ricerca della sapienza era una ricerca “totale”: non si poteva studiare il cielo e la terra, la natura e l’uomo, senza pensare alla poesia, all’arte, alle lettere, senza studiare le scritture sacre, senza dedicarsi alla spiritualità, senza metter in conto che Dio potesse c’entrare con la vita dell’uomo e con la storia!

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Il potere di sperare

Un bambino ci prende per mano

Attraversiamo la soglia degli anni che si susseguono non con un calendario in mano, non incrociando le dita, non attaccati ad uno smartphone, non invocando una IA, ma presi per mano da un Bambino.

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Qualcosa ancor più grande del bene: Cristo

Impossibile un Natale vero senza Lui.

Vi auguro non di essere “più buoni”, ma di essere “più cristiani”, cioè sempre più di Cristo! Forse, di questi tempi, come non mai, è proprio Lui il riferimento e la possibile svolta per i singoli e per le tante vicende negative, vicine o lontane, che ci circondano.

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Non manca proprio niente.

C'è tutto perchè c'è la grazia di Dio

Grazie Signore! Ti affido tutte le persone che ho incontrato, anche quelle che non c’erano, quelle che non hanno voluto aprire e quelle che hanno detto no. Per tutti chiedo fede, speranza, gioia e salute.

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Bella. Tutta bella.

Maria fa risplendere la bellezza di Dio e dell’umanità.

La Vergine Santa ci regala in questa IV domenica di Avvento, tempo austero e severo, una giornata piena di quella luce e di quella speranza che tutti cerchiamo: la luce e la speranza di una “bella persona”.

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La speranza che non delude

Gesù cambia il mondo

Ci avviamo a grandi passi verso l’inizio dell’anno Santo 2025, anno della Speranza! Ci accompagna questo intenso periodo di Avvento che giunge (già) alla sua terza settimana. Il tempo passa e … si arriva in fretta a Natale.

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Inizio

La sfida e la fatica di “iniziare” e “far iniziare”

Inizio del “vangelo”, cioè inizio della salvezza, inizio di un mondo sensato e desiderabile perché amato e salvato da Dio.

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Chi essere?

Apriamo le porte del cuore a Cristo che torna

Proviamo a fare un esercizio semplice semplice: che cosa sentirei, che cosa direi, che cosa penserei o farei se qualcuno, ora, suonasse al campanello o bussasse alla porta?

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Non tutti moriremo, ma saremo trasformati

Morire dentro!

Ci vuole un bel fegato a pensare, a dire e a scrivere queste parole! Provate a dire o a scrivere queste parole a qualche vostro figlio, nipote o vicino di casa: poi potremmo raccontarci le reazioni e i commenti!

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Un grazie infinito alle Suore Preziosine

1929 – 2024. Novantacinque anni di bene e di testimonianza

Un accostamento inedito, ma interessante: la vita consacrata e l’infanzia. Due modi di essere, due stati di vita pieni vita! Pieni di “vita”.

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DOM

A Dio Ottimo Massimo

Anche noi, ambrosiani di Arosio e Carugo, abbiamo le nostre radici proprio in quella prima chiesa e in quel “primo Battesimo milanese”.

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Elogio dell'imperfezione

Nonostante tutto, la Grazia di Dio fa crescere.

Vorrei allora lasciarvi un invito al coraggio: il coraggio di osare, il coraggio di seminare, il coraggio di dare cura a tutto il bene che c'è attorno a noi.

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L'Eucarestia era il centro della sua vita. Amava Dio sopra ogni cosa.

12 ottobre . Memoria del Beato Carlo Acutis patrono della nostra Comunità Pastorale

Anche noi, per sua intercessione, non ci stanchiamo di chiedere cose “sante e belle”, per noi, per i nostri cari, per questa nostra Comunità pastorale a lui dedicata.

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Alzarsi sereni ogni mattino

«Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.».

Ringraziamo il Signore per queste belle settimane e ringraziamo anche le tante persone che hanno dato il loro contributo di tempo, di sacrificio, di disponibilità per realizzare i tanti momenti che ci hanno visti coinvolti.

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Accendere

«I ragazzi non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere».

Iniziamo la Festa di Apertura dei nostro Oratori, in comunione con tutta la Diocesi: oggi iniziamo a Carugo, per concludere, la prossima domenica, ad Arosio.

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Scrutare.

Accendere, oggi, il fuoco della speranza.

Scrutare non significa curiosare, ma qualcosa di molto più profondo: direi che significa “scavare” tra le tante cose che avvengono, per trovare i segni di qualcosa di più grande di noi, anzi, di Qualcuno più grande di noi!

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Basta.

L'amore che salva e il male insopportabile.

L’Arcivescovo ci ricorda come questa parola “basta” possa essere utilissima di questi tempi: “per dire «basta» al male con cui gli uomini tormentano gli altri e se stessi”; per ricordarci che “basta la Garzia di Dio” per credere, per perseverare nel bene, per continuare con entusiasmo e forza il nostro impegno di bene e di speranza a favore di tutti.

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Archivio 2023 - 2024

Viviamo di una vita ricevuta

Archivio degli editoriali del MAGIS nel corso dell'anno pastorale 2023 - 2024

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